Underground Adventures è una associazione nata dalla passione per la speleologia e l’esplorazione dei suoi due fondatori, Matteo Di Gioia e Marco Zanzottera. Hanno testato per noi tutti i prodotti Atlaua, ma qui ci parlano della loro attività e della loro passione.
Come nasce Underground Adventures e perché?
Il nostro team è nato dalla passione per la speleologia, l’avventura e l’esplorazione.
Tre cose di cui non potevamo fare a meno.
Volevamo libertà.
Volevamo indipendenza.
Volevamo che tutti avessero la possibilità di vedere e sentirsi partecipi delle scoperte fatte negli
anni precedenti, e di quelle che avremmo fatto in futuro
Cosi abbiamo fondato Underground Adventures ( urly.it/3839y ), e con entusiasmo ci occupiamo di
esplorazioni, mappatura di ambienti ipogei, recupero reperti e ricerca di minerali.
Ogni uscita è una nuova scoperta.
Di solito cosa trovate nelle miniere che esplorate per la prima volta dopo tanti anni di abbandono?
Grazie ad approfonditi studi su documenti storici, spesso riusciamo a rintracciare miniere che dal
momento dell’abbandono non sono mai state esplorate, ed ogni volta è un emozione incredibile.
In queste miniere tutto è rimasto come cento anni fa, e sono ancora al loro posto reperti come
punte dei perforatori, binari, carrelli, scalpelli, scale, montacarichi e tramogge in legno
perfettamente conservate.
Per fortuna la maggior parte dei reperti si trovano in zone difficilmente accessibili, e se anche
qualcuno riuscisse ad accedere alla miniera non li troverebbe
Fino ad oggi quali sono stati i reperti e le scoperte che vi hanno emozionato di più?
I più belli sono stati una bottiglia di vino mezza piena, un coltello, una cassa di esplosivo ed un
carrello per pozzi, che serviva a veicolare il minerale aurifero nelle discenderie e cavità verticali
delle miniere.
Ogni reperto ha una storia da raccontare ed è fantastico riscoprire e documentare queste
meraviglie.
Tutti questi oggetti sono rimasti congelati nel tempo, nella stessa posizione in cui l’ultimo minatore
che li ha usati li lasciò.
Ogni scoperta è differente dalle altre e permette di capire le terribili condizioni in cui si lavorava in
miniera.

Quanto è importante prepararsi prima di una uscita? Studiare il percorso per quanto possibile, prevenire possibili problemi, dotarsi dell’attrezzatura necessaria…
La preparazione è tutto.
Prima di ogni uscita o spedizione programmiamo ogni singolo dettaglio in modo da essere sempre
preparati e pronti a tutto.
Ogni volta abbiamo minimo 20 Kg di zaino a testa.
L’equipaggiamento varia ogni volta in base alle necessità, ad esempio se sappiamo che c’è una
galleria franata portiamo attrezzatura da scavo, mentre se sappiamo esserci discenderie o pozzi
verticali, li servono matriali x ancoraggi e corda.
Molta corda.
Di solito come mappate le nuove cavità? Vi capita di scrivere in situazioni scomode?
Per mappare le nuove cavità solitamente si usano strumenti elettronici sofisticati e costosi, che
permettono di realizzare mappe molto precise, ma con un costo in termini di tempo elevatissimo .
Oltre a ciò, questi strumenti hanno però il difetto di non essere impermeabili e inoltre sono
particolarmente delicati.
Da qui la necessità, in caso di zone particolarmente bagnate e fangose di procedere alle operazioni
di mappatura manualmente, scrivendo tutti i dati per poi trascriverli a computer una volta tornati a
casa.
Capita spesso che i normali blocknotes si impastino di fango vanificando il lavoro di un intera
giornata, oppure capita di dover impazzire nel tentativo di scrivere, perchè dalla volta della galleria
gocciola acqua e trovare un posto riparato diventa davvero un impresa.
E’ proprio durante queste operzioni che il taccuino Atlaua da infatti il meglio di se, non sporcandosi,
restando asciutto e scrivendo anche con guanti bagnati, sporchi ed in zone dove vi è forte gocciolio
di acqua.
Quali sono i rischi di praticare questa attività senza la necessaria preparazione? Ci sono molti speleologi improvvisati?
Come in tutte le attività, c’è chi ha i mezzi e le competenze e chi invece improvvisa seguendo l’onda
del “cosa vuoi che succeda”.
I risultati li vediamo ogni giorno quando i soccorsi sono costretti ad uscire per recuperare persone
(spesso in pantaloncini e ciabatte) rimaste bloccate in grotte e miniere in cui si sono avventurati
senza avere idea di cosa facevano, e di come comportarsi in caso di necessità.
Le minere abbandonate, sono infatti luoghi ostili, che presentano pericoli, alcuni visibili, come
pozzi, vuoti verticali, o impalcature instabili, ed altri completamente invisibili, come sacche di
anidride carbonica, e zone di roccia apparentemente salda, ma che invece basta un niente per farla
crollare.
Servono preparazione, conoscenza delle tecniche di scavo un tempo usate ed esperienza per
riuscire a minimizzare i rischi di quegli ambienti.

A quale progetto state lavorando adesso?
Al momento stiamo portando avanti le esplorazioni nelle miniere della valle Antrona, da noi
riscoperte dopo 2 anni di studi su documenti storici.
Grazie alla collaborazione con Valleantrona.com, stiamo prendendo accordi con i comuni della valle
e gli enti della zona per poter portare fuori dalle miniere i reperti trovati e poter creare un museo
dell’oro, che sia ricco di storia e possa entusiasmare i suoi visitatori.
Nel progetto è inclusa anche la ricerca di alcune miniere che al momento ancora mancano
all’appello, la loro mappatura, e dopo che avremo messo in salvo i reperti presso il museo, l’idea è
di renderle fruibili ad altri speleo e turisti che vogliano conoscere questo fantastico mondo
sotterraneo.
Il progetto durerà circa 2 anni, due anni di pura esplorazione ed avventura.
C’è qualche aneddoto accaduto durante le vostre esplorazioni che vorreste condividere?
Divertente, spaventoso, particolare… quello che vi salta in mente
Durante un uscita, lo scorso inverno, abbiamo trovato all’interno di una miniera abbandonata un pozzo verticale molto largo, dove facendo cadere un sasso abbiamo stimato essere di 30 metri.
L’uscita successiva siamo andati in esplorazione portando 70 metri di corda.
Quello che non sapevamo è che il sasso che abbiamo usato per determinare l’altezza, sbatteva
contro un soppalco falsando la misura.
Mi sono quindi trovato a scendere un pozzo da circa cento metri con una corda da 70m, che
ovviamente non è bastata.
Scendere quel pozzo, scoprendo che la corda era insufficiente, e risalirlo tutto d’un fiato è stato
massacrante, avevo crampi ovunque, ero sudato e disidratato, ma l’esperienza è stata
indimenticabile.
Come descrivereste l’avventura della speleologia a chi non è appassionato?
A questa domanda rispondiamo con questo post, pubblicato poche settimane fa sulla nostra pagina
Facebook e per noi particolarmente rappresentativo di quello che facciamo:
“Le terre emerse sono state esplorate fin dagli albori dell’umanità.
Prima i cavernicoli, poi i grandi esploratori, ed a seguire gli scienziati hanno esplorato scoperto e
mappato il 99% del pianeta terra.
Non passa anno che anche nei posti più impervi, ostici ed irraggiungibili del pianeta, si scoprono
resti di intere civiltà, la cui memoria e conoscenze, sono ormai andate perdute.
Diversamente il sottosuolo, è ancora un mondo unico, alieno, inesplorato e ricco di misteri e
segreti.
In attesa, con pazienza millenaria, che qualcuno li trovi.
Non è raro infatti sentir parlare di nuove forme di vita vegetali o animali, sopravvissute in grotte
antiche di milioni di anni.
Ad oggi si stima sia stato esplorato solo il 3% delle grotte e miniere (dimenticate) del pianeta.
Si può affermare senza paura, che la speleologia, è ormai per tutti coloro che hanno ereditato lo
spirito degli antichi esploratori, l’ultima grande avventura.”

Per imanere aggiornati sulle avventure di Underground Adventures:
Sito ufficiale: https://www.underground-adventures.it/
Facebook: https://www.facebook.com/UndergroundAdventuresOfficial
Instagram: https://www.instagram.com/underground.adventures/
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UChb7TH9y1qtZW9UN9vb63Bg/videos